TRATTAMENTO ENDODONTICO DI UN PRIMO PREMOLARE SUPERIORE A TRE CANALI CON RADICE VESTIBOLARE CON CONFIGURAZIONE CANALARE TIPO V SECONDO VERTUCCI: UN CASO SEMPLICE O DIFFICILE?

Inserito il 18/12/2013



 
Parole chiave: primo premolare mascellare, variazioni anatomiche, anatomia radicolare.
 
RIASSUNTO
 
Obiettivo: Descrivere le difficoltà diagnostiche ed operative, soprattutto in relazione alla gestione dell’otturazione con guttaperca calda, nel caso di una radice vestibolare di un primo premolare superiore con anatomia canalare tipo V secondo Vertucci.
Materiali e Metodi:  Le conoscenze di anatomia endodontica ed una attenta lettura della lastra preoperatoria hanno permesso di diagnosticare la presenza di due sistemi canalari nella stessa radice: questo si è rilevato fondamentale per applicare la migliore strategia operativa in termini di accesso cavitario, sagomatura e soprattutto otturazione dello spazio endodontico con guttaperca calda. La completa sagomatura-detersione-otturazione dei sistemi canalari seguita da un adeguato restauro coronale hanno determinato il successo del caso clinico.
Conclusioni: Un’attenta lettura della lastra preoperatoria fatta alla luce delle conoscenze di anatomia dentale normale e delle possibili varianti anatomiche permette di fare all’operatore una valutazione preoperatoria dell’anatomia endodontica e di intercettare precocemente le eventuali difficoltà che verranno affrontate con la miglior strategia operativa possibile per quella particolare situazione.
 
INTRODUZIONE
Le difficoltà che il clinico più frequentemente incontra nei trattamenti endodontici ortogradi sono quasi esclusivamente di tipo anatomico (1); le anomalie che si riscontrano a livello del sistema endodontico possono riguardare il numero dei canali presenti nell’elemento dentario. Pertanto il clinico che voglia trattare i denti in modo predicibile deve conoscere le possibili variazioni anatomiche canalari dei denti che si appresta a curare endodonticamente e tanto più precocemente sarà capace di diagnosticare la variante anatomica tanto più tempestivamente l’operatore sarà in grado di scegliere la migliore strategia operativa per quel dente, riuscendo ad effettuare la terapia nel totale rispetto dell’anatomia endodontica originale (2).  
Il caso clinico preso in esame riguarda un primo premolare mascellare con tre canali e con la radice vestibolare che presenta una configurazione canalare di tipo V secondo Vertucci (3). Il terzo canale nel primo premolare mascellare è riscontrato in percentuali clinicamente non trascurabili (4), pertanto il clinico deve attentamente valutare la radiografia preoperatoria per rilevare i segni che possono indicare la sua presenza. E’ ormai universalmente accettato come il successo della terapia endodontica dipenda essenzialmente da una corretta e completa sagomatura detersione e otturazione del l’intero sistema canalare (5), pertanto non individuare e quindi non trattare per intero un canale porterà inevitabilmente all’insuccesso (6). L’individuazione preoperatoria del terzo canale consente all’operatore la pianificazione di una strategia operativa ideale, a partire dall’esecuzione della cavità d’accesso, che avrà una forma necessariamente diversa da quella che avrebbe se il dente avesse solo due canali, fino ad arrivare all’otturazione, dove la particolare situazione anatomica può incidere, come nel presente caso clinico, nel criterio di selezione del tipo di tecnica di utilizzo della guttaperca calda.
 
MATERIALI E METODI
 
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fig 1
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fig 2
Paziente di sesso femminile R.S. di anni 46, si presenta alla nostra osservazione in urgenza per la frattura coronale dell’elemento 1.4 associata a dolore di tipo pulpitico all’emiarcata mascellare superiore destra (Fig. 1). L’esame obiettivo evidenzia la grande perdita di tessuto dentale coronale del 1.4 ed un particolare andamento piatto della gengiva a livello vestibolare in contrasto alla convessità armonica della stessa gengiva a livello vestibolare nei denti adiacenti (Fig. 2).L’esame radiografico tipo bite-wing mette in evidenza l’esigua distanza a livello distale tra il margine dentale e la cresta alveolare(Fig. 3)
\"\"fig.3 \"\"fig.4
La lettura della radiografia periapicale preoperatoria evidenzia all’analisi dei dettagli di anatomia esterna la presenza di due radici separate ed un’assenza di conicità, infatti il diametro mesio-distale del terzo medio della corona è uguale al diametro mesio-distale del terzo medio radicolare (Fig. 4). 
All’analisi dei dettagli di anatomia interna i decorsi canalari non sono bene visibili dalla camera agli apici radicolari (Fig. 5). I segni clinici e radiografici descritti portano a diagnosticare la presenza di due canali nella radice
\"\"fig. 5
vestibolare del 1.4. Viene eseguita una pulpectomia d’urgenza e viene stilato il piano di trattamento di recupero del dente che prevede l’intervento parodontale di allungamento di corona clinica, il trattamento endodontico ortogrado con ricostruzione in materiale composito e la finalizzazione con manufatto protesico in oro-ceramica. A 10 giorni di distanza dall’intervento di allungamento di corona clinica, la paziente torna per sottoporsi alla terapia endodontica e ricostruttiva; una volta rimossa l’otturazione provvisoria, il campo operatorio viene isolato da 1.6 a 2.1 avendo in programma di fare nella stessa seduta sia il trattamento endodontico sia quello ricostruttivo del dente (Fig. 6). 
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                               fig.6
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fig.7
Avendo diagnosticato preoperatoriamente la presenza di due canali nella radice vestibolare, con l’ausilio delle punte ultrasoniche ProUltra (Dentsply Maillefer, Baillaigues, Switzerland) si esegue una estensione in senso mesio-distaledell’accesso cavitario nella porzione vestibolare per reperire gli imbocchi dei due canali (Fig. 7). A livello vestibolare si evidenzia un unico grande imbocco di formaovale schiacciato 
\"\"fig.8a - fig. 8b \"\"fig. 9
in senso vestibolo-palatale e clinicamente si riscontra che la divisione dei due canali avviene a livello del terzo medio della radice (Fig. 8a), mentre a livello palatale è presente un solo canale; la configurazione canalare presente nella radice vestibolare viene classificata come tipo V secondo Vertucci (3).Una volta allargato sempre con le punte ultrasoniche il terzo coronale della radice si ottiene l’accesso diretto ai due imbocchi canalari (Fig. 8b-9). Per evitare futuri problemi di filtrazioni in fase ricostruttiva viene applicata della diga liquida fotopolimerizzabile
\"\"fig. 10 \"\"fig. 11
(Opaldam, Ultradent, South Jordan, Utah, USA) per proteggere il foglio di gomma dall’azione corrosiva degli irriganti canalari Fig. 10) applicata della diga liquida fotopolimerizzabile (Opaldam, Ultradent, South Jordan, Utah, USA) per proteggere il foglio di gomma dall’azione corrosiva degli irriganti canalari Fig. 10). Riempita la camera con EDTA in crema associato con perossido di carbammide (Glyde File Prep, Dentsply Maillefer, Baillaigues,   
\"\"fig. 12 \"\"fig. 13
Switzerland), si esegue il preflaring con strumenti manuali inacciaio tipo K File dalla misura 08 alla 20 (Dentsply Maillefer, Baillaigues, Switzerland),utilizzati con movimento “watch-winding” senza farli impegnare nel canale e senza mai scendere a meno di 2 mm dalla lunghezza di lavoro stimata sulla radiografia preoperatoria. Il flaring viene esguitoto con l’uso dello strumento rotante in NiTi Protaper Universal S1 (Dentsply Maillefer, Baillaigues, Switzerland) che viene fatto lavorare con un movimento di brushing fin dove scende passivamente senza andare contro le resistenze e in ogni caso senza mai scendere a meno di 2 mm dalla lunghezza di lavoro stimata sulla radiografia preoperatoria. Con l’aiuto di un rilevatore apicale elettronico (RootZX, Morita, Kyoto, Japan) vengono registrate le lunghezze di lavoro dei 3 canali (Fig. 11) e viene eseguita una radiografia intraoperatoria (Fig. 12-13). La radiografia intraoperatoria è di fondamentale importanza perchè permette al clinico di vedere la reale anatomia canalare e quindi consente la verifica delle ipotesi diagnostiche effettuate durante la valutazione preoperatoria dell’anatomia endodontica. La sagomatura dei canaliradicolari prosegue con strumentazione rotante Protaper Universal S1, S2, F1, alternando la strumentazione meccanica con abbondanti lavaggi con ipoclorito di sodio al 5% (Niclor 5, Ogna, Muggiò, MI, Italia). Al termine della sagomatura si verifica la pervietà apicale con il patency file, si ricontrolla con il misuratore elettronico la lunghezza di lavoro e si esegue il gauging dei tre forami apicali. Una volta ottenute tutte le informazioni desiderate si completa lasagomatura dei 3 canali con Protaper Universal F2 e si esegue una fase di detersione che prevede l’uso alternato di ipoclorito di sodio al 5% (Niclor 5, Ogna, Muggiò, MI, Italia) ed EDTA in soluzione liquida al 17% (E.D.T.A. 17%, Ogna, Muggiò, MI, Italia) attivati con la punta ultrasonica Irrisafe (Satelec, Merignac, France) per 30 secondi per canale; dopo aver fatto 3 lavaggi con ipoclorito e 3 con EDTA attivati dagli ultrasuoni si esegue un ulteriore lavaggio con ipoclorito ed i canali sono pronti per essere otturati. Nel criterio di selezione della tecnica di chiusura canalare la profonda divisione dei due canali vestibolari esclude la possibiltà di utilizzare la tecnica della guttaperca calda veicolata da carrier. Si decide di utilizzare la tecnica di compattazione verticale a caldo e quindi si provvede ad effettuare la prova dei coni master nei tre canali; clinicamente si rileva l’impossibilità di posizionare contemporaneamente i 2 coni master di conicità tale da avere un buon tug back nel terzo apicale nella radice vestibolare per mancanza di spazio a livello del terzo medio del canale (Fig. 14). La possibilità di allargare ulteriormente il terzo medio e coronale del canale vestibolare per far scendere contemporaneamente i due coni  non viene presa in considerazione dall’Autore nel rispetto del concetto di “minimally invasive endodontics”. Una volta selezionati i coni master si scattano 2 radiografie intraoperatorie di controllo (Fig. 15-16).
\"\"fig. 14
\"\"fig. 15 \"\"fig. 16
\"\"fig. 17

\"\"fig. 18 \"\"fig.19
Nella strategia operativa di chiusura con tecnica di compattazione verticale a caldo è risultato utile a livello della radice vestibolare inserire un cono di carta nel canale mesio-vestibolare per evitare che durante la chiusura del canale disto-vestibolare del cemento o della guttaperca rammollita potesse ostruire l’imbocco del canale mesio-vestibolare (Fig. 17).Una volta completata la chiusura del canale disto-vestibolare il cono di carta messo a protezione del canale mesio-vestibolare viene rimosso, si ricontrolla il buon fitting del cono fake rolex
\"\"fig.20
 master del canale mesio vestibolare e si completa l’otturazione canalare.
Dopo aver rimosso la diga liquida messa per proteggere la diga di gomma dall’azione corrosiva dell’ipoclorito, si rifinisce la cavità con frese diamantate anello rosso, e si applica una matrice tipo Automatrix (Dentsply De Trey Gmbh, Konstanz, Germany). Dopo aver mordenzato ed applicato l’adesivo smalto dentinale (Fig. 18) (SE Bond, Kuraray, Osaka, Japan), si esegue il build-up con un composito autopolimerizzante (Clearfil Core New Bond, Kuraray, Osaka, Japan) (Fig. 19). Una volta avvenuto l’indurimento del composito si rimuove la matrice (Fig. 20), il dente viene limato per l’applicazione del provvisorio (Fig. 21) e si scattano due radiografie di controllo con proiezione diversa (Fig. 22-23). Il recupero funzionale del dente viene finalizzato con l’applicazione di una corona oro-ceramica; a 3 anni dal completamento della terapia è presente uno stato di salute dei tessuti parodontali (Fig. 24) e dei tessuti periapicali del dente (fig. 25).
\"\"fig. 21 \"\"fig. 22 \"\"fig. 23
 
\"\"fig. 24 \"\"fig. 25
 










 
DISCUSSIONE
Durante la fase diagnostica l’operatore deve necessariamente fare una valutazione del grado di difficoltà del dente che si appresta a trattare, soprattutto per scegliere la strategia operativa migliore che gli consenta di concludere con successo la terapia endodontica. Utilizzare dei criteri di valutazione basati su luoghi comuni, come ad esempio che il ritrattamento sia sempre e comunque più difficile di un trattamento, è per l’Autore semplicistico e non di aiuto per l’operatore che si appresta a curare il dente; infatti nella realtà clinica quotidiana, anche grazie all’uso di strumentario dedicato, può risultare spesso agevole svuotare dei canali dal vecchio materiale di otturazione, mentre è a volte ben più problematico ottenere il glide-path in denti “vergini” ma con anatomia originale complessa e di difficile interpretazione. La valutazione della difficoltà del trattamento ortogrado deve essere quindi fatta caso per caso e deve prendere in considerazioni anche altri fattori non strettamente endodontici che possono ostacolare le manovre cliniche dell’operatore, come ad esempio una scarsa apertura della bocca o la presenza o meno di collaborazione da parte del paziente. Nel 2005 l’AAE (American Association of Endodontists) ha pubblicato l’Endodontic Case Difficulty Assessment Form (ECDAF), una scheda che aiuta il clinico a fare una valutazione obiettiva (7), secondo l’AAE, del grado di difficoltà del dente che deve essere trattato endodonticamente (Fig. 26). Secondo l’AAE il grado di difficoltà di un trattamento canalare ortogrado è la risultante di una serie di valutazioni che includono oltre alle caratteristiche del dente anche il grado di collaborazione del paziente, e le eventuali implicazioni parodontali. L’ECDAF è ad avviso dell’Autore uno strumento utile che consente all’operatore di fare una valutazione specifica del grado di difficoltà del caso clinico che si appresta a trattare, ed un suo uso quotidiano ci farà magari scoprire che alcuni premolari sono più difficili di alcuni molari così come alcuni trattamenti sono più difficili di alcuni ritrattamenti. In base alle linee guida per la compilazione della scheda dettate dall’AAE il caso clinico descritto nel presente articolo presenta un alto grado di difficoltà e si consiglia che venga affrontato da un operatore esperto.
 
CONCLUSIONI
 
Lo scopo del trattamento endodontico ortogrado è curare una patologia pulpare e/o periradicolare nel rispetto dell’anatomia originale e assicurare così la conservazione nel tempo e in stato di salute dell’elemento dentale trattato. Il successo della terapia dipende dalla scrupolosa applicazione di razionali operativi corretti in tutte le fasi del trattamento canalare, che inizia sempre con una diagnosi e termina con una ricostruzione che consenta all’elemento dentale di tornare a svolgere la fisiologica funzione masticatoria. Per ottenere il successo quindi l’operatore non dovrà prestare attenzione alle sole fasi di sagomatura, detersione e otturazione, ma dovrà eseguire scrupolosamente anche quelle fasi preliminari, ma essenziali, del trattamento endodontico, come la diagnosi, la valutazione preoperatoria dell’anatomia endodontica e l’isolamento del campo operatorio, senza poi dimenticare che il trattamento canalare non è mai fine a se stesso ma deve essere sempre seguito dal recupero funzionale del dente mediante restauro coronale.replika saat
La vera sfida per il clinico è individuare durante la fase diagnostica con un attento esame clinico ed una corretta interpretazione della radiografia le difficoltà anatomiche che dovrà affrontare, riuscendo così a pianificare una strategia operativa specifica che sia la più rispettosa dell’anatomia originale e la più idonea per il dente che si appresta a trattare (8). Il clinico, quindi, deve conoscere le possibili variazioni anatomiche del dente oggetto di cura e deve applicare queste conoscenze nell’interpretazione clinica e radiografica preoperatoria.
 
RINGRAZIAMENTI
orologi replica svizzeri vendita Si ringrazia il Dott. Umberto Romagnoli per l’esecuzione dell’intervento parodontale e la finalizzazione protesica.
 
 
Bibliografia
1 Soares JA, Leonardo RT. Root canal treatment of three-rooted maxillary first and second premolars-a case report. International Endodontic Journal 2003; 36: 705-710.
2 Cardinali F, Tosco E, Mancini R, Putignano A. Primi premolari mascellari a tre canali: considerazioni cliniche e strategie operative. G It Endo Aprile-Giugno 2008. Vol22; n.2: pp. 77-82.
3 Vertucci FJ. Root canal anatomy of the human permanent teeth. JOral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod  1984; 58:589-599.
4 Cardinali F, Tosco E. Primo Premolare Superiore. In: Cardinali F, Carrieri G, Cecchinato L, et al. Testo Atlante di Anatomia Endodontica. Capitolo 4. Milano: Tecniche Nuove spa 2011: 77-91.
5 Castellucci A. Endodonzia. Edizioni Martina Bologna 1996 ; 221-4.
6 Hoen MM, Pink FE. Contemporary endodontic retreatments: an analysisi based on clinical treatment findings. J Endod 2002; 28: 834-6.
7  American Association of Endodontists. Endodontic Case Difficulty Assessment  and Referral. Endodontic: colleagues for excellence, newsletter Spring/Summer 2005.
8 Cardinali F, Cerutti F, Tosco E, Cerutti A. Preoperative diagnosis of a third root canal in first and second maxillary premolars: a challenge for the clinician. Endo (Lond Engl) 2009;3(1):51-57.fake watches australia
 


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